All'ECES siamo entusiasti di continuare a collaborare con il talentuoso artista mozambicano di fama mondiale Gonçalo Mabunda, il cui lavoro risuona profondamente con la nostra missione di promuovere la pace, la mitigazione dei conflitti e la democrazia. Questa collaborazione è nata da una collaborazione e un'amicizia di 22 anni tra Fabio Bargiacchi, fondatore e direttore esecutivo di ECES, e Gonçalo, che risale al 2001, quando il nostro fondatore lavorava presso la Delegazione UE del Mocambico, a Maputo.
Mabunda trae ispirazione dalla memoria collettiva del suo Paese, in particolare dalle conseguenze della guerra civile conclusasi nel 1994 con gli accordi di pace di Roma facilitati dalla Comunità di Sant'Egidio. La sua visione artistica prevede la notevole trasformazione di armi disattivate in sculture che fanno riflettere, dando nuova vita e significato a questi oggetti di distruzione.
Gonçalo ha esposto in importanti musei come il Center Pompidou di Parigi, la Biennale di Venezia, il Museum of Art and Design di New York, la Gangwon International Biennale in Corea del Sud, il Museum Kunst Palast di Düsseldorf, la Hayward Gallery di Londra, il Mori Art Museum di Tokyo, la Johannesburg Art Gallery, il Tropen Museum di Amsterdam, il Norway Army Museum, il Netherlands Army Museum, lo Sweden Army Museum e molti altri.
Il suo lavoro è iniziato nel contesto di un progetto attuato nel 1995 dal Consiglio Cristiano del Mozambico (CCM) che ha setacciato il Paese e raccolto armi da individui e comunità dopo una guerra civile durata quasi vent'anni. In questo progetto alcune armi vengono distrutte, mentre altre vengono disattivate e date a uomini e donne come Mabunda, per essere scolpite in arte. Da quando il CCM ha lanciato questo progetto, chiamato “Transforming Guns into Hopes”, sono state raccolte circa 800.000 armi. Il nome si ispira a un versetto della Bibbia tratto dal libro di Michea: "Trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in uncini da potatura".
Mabunda utilizza kalashnikov, razzi, pistole e bossoli per creare figure antropomorfe dalle armi decostruite. Trasformando le armi in figure realistiche, Mabunda trasforma letteralmente la morte in vita. Crea troni e maschere con queste armi disattivate utilizzate durante la guerra civile del Mozambico. Le maschere si basano sulle maschere tradizionali dell'Africa subsahariana, ma il tocco originale di questa forma d'arte, che consiste nel creare le maschere con le armi, è unico per Mabunda. Rappresentando il potere, i troni di Mabunda prendono in giro il fatto che il potere tradizionale si basa sulle armi. Usando le armi, l'opera di Mabunda porta il messaggio di come sia possibile prevenire ulteriori violenze e di come la distruzione delle armi da guerra possa essere fatta in modo estetico e artistico.
Riconoscendo il potere dell'arte di Mabunda di trasmettere un messaggio potente, l'ECES lo ha invitato a esporre la sua rinomata collezione "Transforming Weapons into Arts" presso il prestigioso Parlamento europeo nel 2017. Questa mostra ha coinciso con il lancio del nostro manuale completo sulla prevenzione dei conflitti elettorali, sottolineando l'importanza della pace nei processi elettorali nell'ambito del nostro progetto "Preventing Electoral Violence in the Southern African Development Community" (PEV-SADC).
Siamo entusiasti di annunciare che le straordinarie opere d'arte di Mabunda saranno integrate nei nostri futuri programmi di formazione per la sensibilizzazione nelle sessioni di educazione civica e degli elettori. Incorporando le sue accattivanti sculture, intendiamo migliorare l'esperienza di apprendimento e promuovere una più profonda comprensione dell'importanza della cittadinanza attiva e della partecipazione democratica.
Unendo le forze con Mabunda, l'ECES continua ad abbracciare il potenziale trasformativo dell'arte nel promuovere un cambiamento positivo e la resilienza nelle società colpite da conflitti elettorali.